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Appendice > La fluorescenza

Aggiungo questo paragrafo per discutere un argomento "a parte": la fluorescenza.

Sappiamo che, quando la luce (un fotone di luce) colpisce una molecola, gli elettroni di questa vengono perturbati, assorbendo l'energia del fotone e quindi riemettendola.
Se l'energia viene emessa sotto forma di fotoni uguali a quelli incidenti, il composto è incolore; se i fotoni di una certa lunghezza d'onda vengono assorbiti e l'energia viene riemessa sotto altre forme (in genere calore), il composto è colorato.

A volte capita che una certa sostanza assorba fotoni ad una lunghezza d'onda, e riemetta la corrispondente quantità di energia totale sotto due forme: in parte calore, in parte fotoni di lunghezza d'onda proporzionalmente maggiore.
Questa è la fluorescenza.

Supponiamo che la luce assorbita sia nel campo dell'ultravioletto. Se illuminiamo la sostanza solo con luce visibile, non ci accorgiamo di niente. Se invece la illuminiamo con luce UV (neon Wood), l'assorbimento avviene fuori dal campo percettibile, ma l'emissione fluorescente avviene nel visibile. Di conseguenza, il campione emette una luce che noi vediamo ma che non era presente, o che era presente in quantità minore, nello spettro della luce visibile con cui lo illuminiamo.
Nella [fig. 14] si mettono schematicamente a confronto le bande di assorbimento e di emissione per un composto di questo genere.

* CAPITOLO 2 - FISICA DEL COLORE *
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[ Fig. 14] Assorbimento UV e fluorescenza visibile.


Il colore risulta così eccezionalmente vivido, perché la luce riemessa a quella lunghezza d'onda è la somma di quella fluorescente e di quella riflessa, e spesso la somma è superiore al 100 % di quella incidente. Nel caso più semplice, se la luce incidente ha una componente visibile molto bassa, vedremo l'oggetto brillare nel buio come se emettesse luce propria.

I colori fluorescenti non possono essere correttamente descritti in termini CIE, visto che tale spazio assume come riferimento il bianco ideale non fluorescente. E non possono neppure essere inseriti all'interno di un catalogo cromatico razionale, come quello di Munsell; in effetti, i produttori di colori flurescenti devono necessariamente inserire nei loro cataloghi dei campioni non correlabili agli altri, né riproducibili con i metodi convenzionali di simulazione del colore.


Un'ultima precisazione.
La fluorescenza non va confusa con la fosforescenza, che è il fenomeno per cui un corpo si "carica" di luce quando è illuminato e la riemette, in un tempo più o meno lungo, quando l'illuminamento finisce - sono per esempio fosforescenti i sali inorganici color verde chiaro. L'uso scorretto di un termine per l'altro si deve probabilmente, oltre che al suono simile dei due termini, al fenomeno per cui spesso i composti fosforescenti sono anche fluorescenti, mentre in genere non è vero il contrario.