S. K. J.
* INTRO *

Caro Sergio,
l'esprimersi dell'anima è una febbre di colori, ognuno di essi è un singolo stato dell'essere, ogni singola emozione si manifesta attraverso un'associazione per lo più interiore che lega una tinta a una circostanza, così nella memoria, nei sogni, negli stadi di alterazione e di incoscienza, i colori divengono un linguaggio altro e una comunicazione universale.

Decifrare un'intensità o un tenue pallore, dentro sé non è facile, perché sono espressione di una moltitudine legata al senso stesso della vita, le infinite possibilità dei colori ci dovrebbero insegnare ad essere più attenti ed acuti nell'osservare il rapporto dialettico fra dentro - fuori, fra bene - male, fra bianco - nero, nel quale proprio intercapedine fra i termini limite costituisce l'equilibrio e la sublimazione dell'archetipo: lo spettro ottico dell'arcobaleno.

I colori non sono solo muta aspirazione o personale inclinazione, cioè la tendenza e propensione verso un rosso, un blu, un verde o un giallo, essi agiscono da veicolo di conoscenza: un colore può manifestare un'appartenenza o una diversità, può esplicitare anche il silenzio.

I colori appartengono alla realtà dell'uomo e all'evoluzione di uno dei suoi sensi primari che gli ha permesso di acquisire una posizione di vantaggio nei confronti del proprio mondo naturale.

Fuori i colori sono il cardine dell'immaginazione, fondamentali nella capacità di libero arbitrio e riflessione senza tempo che dovrebbero guidare la coscienza dell'uomo.
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